17 novembre 2025
Pec
Devi inviare una disdetta, un contratto firmato o una contestazione formale. Scrivi un'email, alleghi il PDF e clicchi "Invia". Il giorno dopo, la controparte ti risponde: "Non ho mai ricevuto nulla" o "Deve essere finita nello spam".
Risultato? Non hai nessuna prova. La tua email, legalmente, vale zero.
Fino a pochi anni fa, l'unica soluzione era andare fisicamente all'ufficio postale e spedire una Raccomandata A/R. Oggi, per fortuna, esiste uno strumento digitale che ha la stessa identica forza legale, ma è istantaneo e costa una frazione: la Posta Elettronica Certificata (PEC).
Non è "solo un'email". È un sistema di notifica legale normato dalla legge (DPR 68/2005) che trasforma un messaggio in una prova inoppugnabile. Fornisce la certezza non solo dell'invio, ma anche della consegna al destinatario.
Questo articolo è il tuo punto di riferimento per capire tutto sulla PEC: il suo valore legale, per chi è obbligatoria e perché è lo strumento che blinda le tue comunicazioni.
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Questo è il cuore di tutto: la PEC ha il massimo valore legale di notifica previsto dall’ordinamento italiano.
La legge equipara la PEC in tutto e per tutto a una Raccomandata A/R cartacea. Questo significa che una comunicazione inviata via PEC:
Non importa se non ha “letto” il messaggio o se lo ha cancellato: ai fini legali conta la prova di consegna.
In un tribunale, le due ricevute (in formato .xml o .eml) sono la prova inattaccabile che la tua comunicazione è stata inviata e recapitata correttamente.
Capire il meccanismo delle ricevute significa capire davvero come funziona la PEC. Il processo è gestito da “terze parti” fidate: i gestori PEC accreditati (Intesi Group, Aruba, InfoCert, Namirial, Poste, e altri).
Quando spedisci un messaggio dalla tua casella PEC:
Già questa ricevuta costituisce una prova di invio con data e ora certe.
Questa seconda ricevuta attesta che il messaggio è stato correttamente consegnato nella casella del destinatario, con data e ora precise.
In alcuni casi il messaggio PEC non può essere consegnato. Quando ciò accade, al posto della Ricevuta di Consegna il mittente riceve un Avviso di Mancata Consegna, che indica il motivo esatto del problema (casella piena, destinatario inesistente, gestore non certificato, errore tecnico).
Per approfondire tutte le cause possibili, consulta la guida dedicata alla pec non consegnata.
Esiste anche il caso in cui la consegna non avviene entro i tempi previsti dal sistema (solitamente 24 ore). In questa situazione, il mittente riceve una Ricevuta di Mancata Consegna per Timeout, che certifica che l’invio era valido, ma la consegna non è stata possibile nei tempi tecnici stabiliti.
Tutte queste ricevute — Accettazione, Consegna e Mancata Consegna — sono file firmati digitalmente e marcati temporalmente dal gestore, per garantirne l'integrità e l'autenticità nel tempo.
La differenza tra una PEC e un’email normale è la stessa che c’è tra un foglio di carta semplice e una Raccomandata A/R: una serve per informare, l’altra per notificare legalmente.
Con una normale email (Gmail, Libero, Outlook, ecc.) non hai alcuna garanzia di invio né di ricezione, e la classica “conferma di lettura” non ha alcun valore legale.
Con la PEC, invece, hai prove digitali firmate e marcate temporalmente che certificano l’intero ciclo di vita del messaggio.
| Caratteristica | Email normale | PEC (Posta Elettronica Certificata) |
|---|---|---|
| Valore legale | Nessuno | Pieno (come Raccomandata A/R) |
| Prova di invio | No | Sì (Ricevuta di Accettazione) |
| Prova di ricezione | No (la conferma di lettura non vale) | Sì (Ricevuta di Consegna) |
| Garanzia del contenuto | No (contenuto modificabile) | Sì (le ricevute “cristallizzano” il messaggio) |
| Obbligo di utilizzo | No | Sì (per Imprese e Professionisti) |
| Gestore | Qualsiasi provider (Google, Microsoft...) | Solo Gestori accreditati AgID |
L'obbligo di possedere un “domicilio digitale” (che in Italia è tipicamente una PEC) è stato introdotto per digitalizzare le comunicazioni formali con la Pubblica Amministrazione e tra imprese.
Sono obbligati ad avere e comunicare la propria PEC:
Da poco, anche i cittadini privati possono eleggere il proprio domicilio digitale iscrivendosi all’INAD, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali.
Questa è una delle domande più importanti: inviare una PEC a un’email normale (es. nome@gmail.com) fa perdere il valore legale completo alla comunicazione.
Risultato: hai la prova di aver spedito, ma non hai alcuna prova che il messaggio sia stato consegnato. È come spedire una raccomandata a un indirizzo inesistente.
Uno dei vantaggi più evidenti della PEC è il costo: rispetto alla posta tradizionale, è decisamente più economica.
Quanto costa una PEC è infatti una delle frasi più ricercate su Google.
Meglio una PEC con invii illimitati e spazio limitato o meglio una PEC a consumo senza abbonamento annuale con spazio e archivio senza limiti?
Oggi esistono due grandi modelli di offerta:
È il modello più diffuso: si paga un abbonamento annuale per mantenere attiva la casella PEC e si possono inviare tutti i messaggi che si desidera, entro il limite dello spazio disponibile.
Questo tipo di PEC è ideale per chi invia numerosi messaggi nel corso dell’anno e preferisce un costo fisso prevedibile.
La PEC a consumo (come ad esempio la SuperPEC di LetteraSenzaBusta) è una soluzione più moderna e flessibile: la casella è gratuita, con spazio illimitato, non ci sono abbonamenti annuali e si paga solo quando si invia una PEC.
Questa formula è particolarmente conveniente per privati e professionisti che inviano poche PEC durante l’anno e vogliono evitare abbonamenti fissi con la tranquillità di ricevere le PEC in arrivo senza alcun costo.
I principali gestori PEC accreditati AgID ai quali rivolgersi per ottenere una casella PEC sono, tra gli altri, Intesi Group Spa (offre la SuperPEC tramite il sito LetteraSenzaBusta.com), Aruba, InfoCert, Namirial, Register.it, Poste Italiane.
Abbiamo visto che la PEC non è un “fastidio burocratico” o un’email più costosa, ma un pilastro strategico della comunicazione digitale.
È l’equivalente digitale della Raccomandata A/R: elimina le code alla posta, abbatte i costi e rende le tue comunicazioni importanti opponibili a terzi.
Per un’azienda o un professionista, non è un’opzione: è uno strumento di lavoro quotidiano per gestire contratti, fatture, ordini e rapporti con la Pubblica Amministrazione in modo certo, sicuro e tracciabile.
CONSIGLIO FINALE: non aspettare il primo contenzioso per capire quanto sia importante la PEC. Attiva la tua casella e inizia a usarla per tutte le comunicazioni che vuoi rendere legalmente inattaccabili.
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Sono due strumenti distinti che spesso si usano insieme. La PEC serve a notificare (equivale alla busta e alla ricevuta di ritorno), mentre la Firma Digitale serve a sottoscrivere un documento (equivale alla firma autografa). Per il massimo valore legale, si invia un documento firmato digitalmente tramite PEC.
Sì. Le PEC che contengono contratti, ordini o comunicazioni legalmente rilevanti devono essere conservate per 10 anni in un sistema di Conservazione Digitale a Norma. La semplice archiviazione nella casella PEC non è sufficiente e le ricevute, nel tempo, possono scadere o perdere validità tecnica.
È molto semplice: basta andare sul sito di un gestore PEC accreditato AgID, scegliere il piano tariffario e procedere all’acquisto. Di solito viene richiesta un’identificazione certa tramite SPID, CIE o video-riconoscimento per attivare la casella.
Per dimostrare un invio PEC devi conservare:
Solo con questi tre elementi hai la prova completa di invio e consegna.
No, la PEC è uno standard nazionale italiano. A livello europeo esiste la REM (Registered Electronic Mail), ma i due sistemi non sono ancora pienamente interoperabili. Per le comunicazioni legali in Italia, la PEC è lo strumento di riferimento.
È come trovare una cassetta postale fisica stracolma: il gestore non riesce a consegnare e ti invia un Avviso di Mancata Consegna per casella piena. Legalmente la responsabilità è del destinatario, tenuto a mantenere la casella funzionante, ma è buona prassi ritentare l’invio o valutare una Raccomandata cartacea.
Non ha importanza. Come per la raccomandata in giacenza, la legge si basa sulla prova di consegna, non sulla prova di lettura. Dal momento in cui ricevi la Ricevuta di Consegna, la comunicazione è legalmente “conosciuta” dal destinatario.
No. Per inviare una PEC devi usare una casella PEC e il relativo servizio webmail o client configurato. Un’email ordinaria non può trasformarsi in PEC solo perché inviata a un indirizzo certificato.
L’INAD è l’elenco pubblico, gestito da AgID, in cui sono registrati i domicili digitali (solitamente caselle PEC) di imprese, professionisti e, su base volontaria, dei cittadini privati. La Pubblica Amministrazione è tenuta a usare questi indirizzi per le comunicazioni ufficiali, sostituendo le raccomandate cartacee.
La PEC garantisce la sicurezza del trasporto (come una busta sigillata) e l’integrità del contenuto, ma per legge i gestori possono accedere ai messaggi in transito se necessario. Se hai esigenze di riservatezza molto elevate, puoi cifrare gli allegati prima di inviarli via PEC.