08 ottobre 2025
Reclami
Takeaways
Prima di contestare una bolletta della luce con importi anomali o addebiti incomprensibili, serve verificare i consumi rilevati dal contatore e confrontarli con quelli riportati in bolletta per capire se si tratta di errori di fatturazione o consumi stimati non corrispondenti alla realtà;
Il reclamo scritto deve includere i dati anagrafici completi del titolare, il numero cliente e il codice POD, accompagnati da una descrizione dettagliata del problema con tanto di documentazione allegata come la fotocopia della bolletta contestata e l'autolettura del contatore, per poi essere inviato tramite comunicazioni tracciabili;
La normativa stabilisce che il fornitore deve rispondere entro 40 giorni per la maggior parte degli errori di fatturazione e 20 giorni in caso di doppia fatturazione, e se la risposta non arriva o non risolve la questione, si può procedere con una richiesta di conciliazione all'ARERA.
Ricevere una bolletta della luce con importi anomali o addebiti incomprensibili è un'esperienza frustrante. Per fortuna, esistono procedure ben definite che permettono di contestare gli errori e ottenere una risposta dal fornitore. Capire come muoversi e quali strumenti utilizzare fa la differenza tra risolvere il problema rapidamente o trascinarlo per mesi.
Può sembrare banale, ma la prima cosa da fare è controllare i consumi rilevati dal contatore. Confrontare le letture effettive con quelle riportate in bolletta aiuta a capire se si tratta di un errore di fatturazione o di consumi stimati non corrispondenti alla realtà. Verificare questi dati è fondamentale perché fornisce una base concreta su cui costruire la contestazione; solo dopo essersi accertati dell'errore possiamo procedere con il reclamo formale.
Il reclamo deve contenere tutti i dati che permettano al fornitore di capire qual è la reale situazione.
Ovviamente, servono i dati anagrafici del titolare del contratto: nome, cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale e indirizzo dell'utenza. Numero cliente e codice di fornitura, in particolare il codice POD per l'energia elettrica, non possono mancare.
Va descritto in modo dettagliato, con tanto di pezze d'appoggio, il problema (per esempio, un addebito non previsto o non dovuto); subito dopo va inserita la richiesta specifica: storno degli addebiti, ricalcolo della bolletta o risarcimento. Allegare la fotocopia della bolletta contestata e l'autolettura del contatore aumenta le possibilità di una risoluzione favorevole.
Il nostro consiglio è di inviare comunicazioni tracciabili: raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC. La scelta della raccomandata o della PEC assicura la prova dell'effettiva ricezione da parte del fornitore, elemento importante per rispettare le tempistiche previste. In alternativa, puoi usare una piattaforma online dedicata, come il Servizio Reclami Online di Lettera Senza Busta.
Dopo l'invio del reclamo, il fornitore deve rispondere entro precisi termini. La normativa prevede 40 giorni per la maggior parte degli errori di fatturazione o disservizi. In caso di doppia fatturazione, il termine si riduce a 20 giorni.
Se il fornitore riconosce l'errore, ha poi 90 giorni per ricalcolare la bolletta e rimborsare il cliente. I termini sono vincolanti e il mancato rispetto comporta la possibilità di richiedere ulteriori indennizzi.
Se la risposta del fornitore non arriva o non risolve la questione, si può procedere con una richiesta di conciliazione. L'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente gestisce questi casi attraverso procedure definite. La richiesta di conciliazione può essere presentata entro un anno dall'invio del reclamo iniziale. In questa fase, l'ARERA cerca di mediare tra cliente e fornitore: il servizio prevede delle modalità di conciliazione gratuite. Solo dopo aver seguito queste tappe si può valutare un ricorso al Giudice di Pace.
Sono diversi i motivi per cui contestare una bolletta. La doppia fatturazione è uno dei casi più frequenti. Anche i conguagli riferiti a periodi troppo lontani nel tempo sono contestabili, specialmente se si tratta di fatture con scadenza successiva al 1° marzo 2018, per cui vige la prescrizione biennale anziché quinquennale.
L'applicazione non corretta dell'IVA o gli addebiti durante il passaggio tra un operatore e un altro rientrano nelle casistiche che permettono di avviare una contestazione. Bollette particolarmente elevate rispetto a periodi di assenza o chiusura dell'immobile sono gli indizi migliori per supportare il reclamo.
Il distacco della luce senza un motivo valido è un grave disservizio, che va contestato senza indugi, ovviamente se l'interruzione avviene nonostante i pagamenti siano regolari: allegare le ricevute di pagamento serve a dimostrare l'infondatezza del distacco.
Una contestazione è efficace se accompagnata da tutta la documentazione necessaria: le ricevute di pagamento delle bollette precedenti a quella contestata ed eventualmente anche le copie delle bollette successive. Ogni comunicazione scambiata con il fornitore, risposte al reclamo comprese, va archiviata con cura. Raccogliere quanta più documentazione possibile è fondamentale per disconoscere gli addebiti ingiustificati, e torna utile anche se la controversia procede verso le fasi successive.
La normativa prevede precisi limiti temporali entro cui è possibile contestare gli addebiti. Per le bollette con scadenza successiva al 1° marzo 2018, vige la prescrizione breve di due anni dalla data di emissione: il fornitore può richiedere il pagamento solo per gli ultimi due anni, non per periodi precedenti. La prescrizione biennale ha sostituito quella quinquennale proprio per tutelare i consumatori da ritardi nella fatturazione.
Per contestare una bolletta della luce con importi anomali, dobbiamo seguire procedure ben definite, così da risolvere il problema rapidamente. Prima di agire, è fondamentale controllare i consumi rilevati dal contatore e confrontare le letture effettive con quelle riportate in bolletta.
Il reclamo scritto deve contenere i dati anagrafici del titolare del contratto, il numero cliente, il codice POD e la descrizione dettagliata del problema con la richiesta specifica di storno degli addebiti o ricalcolo della bolletta.
Per inviare il reclamo bisogna scegliere comunicazioni tracciabili come la raccomandata con ricevuta di ritorno o la PEC. In alternativa, scegli il nostro servizio Reclamo online: troverai il modulo adatto alle tue esigenze pronto da compilare e inviare via PEC, con pieno valore legale.
Quali sono i tempi di risposta previsti dalla normativa per un reclamo sulla bolletta della luce?
Dopo l'invio del reclamo, il fornitore deve rispondere entro precisi termini. La normativa prevede 40 giorni per la maggior parte degli errori di fatturazione o disservizi. In caso di doppia fatturazione, il termine si riduce a 20 giorni. Se il fornitore riconosce l'errore, ha poi 90 giorni per ricalcolare la bolletta e rimborsare il cliente.
Cosa succede se il fornitore non risolve la contestazione della bolletta?
Se la risposta del fornitore non arriva o non risolve la questione, si può procedere con una richiesta di conciliazione. L'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente gestisce questi casi attraverso procedure definite. La richiesta di conciliazione può essere presentata entro un anno dall'invio del reclamo iniziale. In questa fase, l'ARERA cerca di mediare tra cliente e fornitore con modalità di conciliazione gratuite.
Quali sono i termini di prescrizione per contestare una bolletta della luce?
La normativa prevede precisi limiti temporali entro cui è possibile contestare gli addebiti. Per le bollette con scadenza successiva al 1° marzo 2018, vige la prescrizione breve di due anni dalla data di emissione: il fornitore può richiedere il pagamento solo per gli ultimi due anni, non per periodi precedenti. La prescrizione biennale ha sostituito quella quinquennale proprio per tutelare i consumatori da ritardi nella fatturazione.