09 maggio 2025
Conservazione
Takeaways
L'idea di avere un servizio gratuito è sempre allettante. Quando si parla di conservazione digitale, tuttavia, la gratuità spesso nasconde insidie o limitazioni non da poco. È importante capire bene la differenza tra la semplice archiviazione di file e un vero e proprio sistema di conservazione digitale a norma di legge: approfondiamo l'argomento e vediamo perché, come spesso succede, spendere all'inizio si traduce in un risparmio a lungo termine.
C'è una grossa differenza tra "archiviazione" e "conservazione digitale a norma". Molti servizi online offrono spazi di archiviazione gratuiti o a basso costo. Pensiamo ai popolari cloud storage, strumenti sicuramente utili per salvare copie di documenti, condividerli o averli a disposizione su più dispositivi, ma che spesso non soddisfano i criteri imposti dalla normativa italiana sulla conservazione digitale. Il Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD) e le linee guida definite da AgID (Agenzia per l'Italia Digitale) stabiliscono precisi standard che riguardano l'autenticità, l'integrità, l'affidabilità, la leggibilità e la reperibilità dei documenti informatici.
Un sistema di conservazione digitale a norma deve, ad esempio, apporre marche temporali qualificate, gestire firme digitali, produrre un Manuale della Conservazione e un Responsabile della Conservazione. Questi sono solo alcuni degli elementi che garantiscono il valore probatorio dei documenti conservati: i servizi di storage generico, anche se offerti da grandi nomi della tecnologia, solitamente non forniscono garanzie specifiche.
Esistono soluzioni open source che permettono di costruire un sistema di conservazione digitale in modo autonomo. Queste opzioni possono sembrare gratuite in termini di licenza software, ma richiedono competenze tecniche elevate per l'installazione, la configurazione e la manutenzione. È necessario disporre di un'infrastruttura hardware adeguata e aggiornata, e garantire la sicurezza dei dati e l'aderenza costante alle evoluzioni normative. I costi "nascosti" in termini di tempo, risorse umane specializzate e rischi operativi possono superare di gran lunga quelli di un servizio professionale a pagamento.
Alcuni provider potrebbero offrire piani "freemium" per la conservazione digitale. Questi piani di solito prevedono funzionalità molto limitate: potrebbero consentire la conservazione di un numero esiguo di documenti o per un periodo di tempo ristretto. Spesso, le funzionalità necessarie per una piena conformità legale sono disponibili solo nelle versioni a pagamento. È quindi fondamentale leggere attentamente le condizioni del servizio: bisogna verificare se quanto offerto gratuitamente risponde effettivamente alle proprie esigenze e agli obblighi di legge.
La Posta Elettronica Certificata (PEC) merita una menzione. Come sappiamo, è uno strumento con valore legale per la trasmissione dei messaggi: le ricevute di invio e consegna attestano l'avvenuta comunicazione. Molti conservano le PEC e le relative ricevute: è una pratica corretta, ma la casella PEC non è un sistema di conservazione digitale strutturato per tutti i documenti aziendali o professionali. In poche parole, conservare correttamente le PEC è un aspetto della conservazione, non la soluzione completa.
Perché è così difficile trovare un servizio di conservazione digitale a norma realmente gratuito? La risposta risiede nella complessità e nella responsabilità intrinseche al servizio. Un fornitore di conservazione digitale accreditato, come LetteraSenzaBusta, investe in tecnologie sicure, aggiorna costantemente i sistemi secondo le normative, offre supporto qualificato e, in ultimo, si assume la responsabilità della corretta esecuzione dei processi di conservazione.
Affidarsi a soluzioni non conformi o improvvisate può avere conseguenze serie. In caso di verifiche fiscali o contenziosi legali, documenti non conservati correttamente potrebbero essere considerati invalidi: ciò potrebbe tradursi in sanzioni, perdita di dati, impossibilità di far valere le proprie ragioni.
Per fare un altro esempio, consideriamo la fatturazione elettronica. La legge impone la conservazione delle fatture elettroniche per dieci anni, secondo precise regole tecniche: utilizzare un hard disk o un cloud storage generico non è sufficiente. È necessario un sistema che garantisca l'immodificabilità e la leggibilità nel tempo, in linea con le specifiche dell'Agenzia delle Entrate.
La scelta di un servizio di conservazione digitale deve quindi basarsi su affidabilità e conformità, prima ancora che sul prezzo. Un servizio professionale, sebbene a pagamento, dà la certezza che i propri documenti saranno gestiti correttamente: inoltre, libera da complessità tecniche e aggiornamenti normativi, permettendo di concentrarsi sulla propria attività principale.
Quando si valuta un servizio, è utile verificare se il fornitore è accreditato AgID, un importante indicatore di serietà e competenza. È bene informarsi sulle procedure adottate, sulle garanzie offerte e sulla chiarezza del contratto di servizio.
La conservazione digitale gratuita, intesa come soluzione completa e a norma per aziende e professionisti, appare più un miraggio che una realtà. Le opzioni gratuite esistenti presentano spesso limitazioni o richiedono un impegno tecnico e gestionale che ne annulla la convenienza. La conservazione digitale a norma protegge il valore legale dei documenti e assicura la conformità alle linee guida richieste dalle autorità italiane ed europee.
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Esiste davvero un servizio di conservazione digitale gratuito conforme alla normativa italiana?
Un servizio di conservazione digitale realmente gratuito e conforme alle normative italiane è estremamente raro, se non inesistente. Le soluzioni gratuite o freemium offrono spesso funzionalità limitate, non soddisfano tutti i requisiti previsti dal Codice dell'Amministrazione Digitale e dalle linee guida AgID, e non garantiscono la piena conformità legale. Anche le opzioni open source, pur non avendo costi di licenza, richiedono competenze tecniche elevate, infrastrutture dedicate e una costante attenzione agli aggiornamenti normativi, rendendole nei fatti tutt'altro che gratuite.
Quali rischi si corrono utilizzando soluzioni gratuite o fai-da-te per la conservazione digitale?
Utilizzare soluzioni gratuite o fai-da-te espone a diversi rischi, tra cui la non conformità alle normative, la perdita di valore legale dei documenti e la possibilità di incorrere in sanzioni durante verifiche o contenziosi. I servizi gratuiti possono non offrire garanzie su autenticità, integrità o reperibilità dei documenti, né prevedere funzioni essenziali come firme digitali, marche temporali o manuali della conservazione. Inoltre, l’assenza di supporto professionale può complicare la gestione tecnica e normativa, aggravando il carico di lavoro e i potenziali rischi per l’utente.
Perché la conservazione digitale a norma ha un costo e cosa comprende questo servizio?
Il costo della conservazione digitale a norma è giustificato dalla complessità tecnica e normativa del servizio. Un fornitore accreditato AgID investe in infrastrutture sicure, aggiornamenti normativi costanti, assistenza qualificata e si assume la responsabilità dei processi di conservazione. Questo consente di garantire il valore probatorio dei documenti, la loro integrità nel tempo e la conformità alle regole italiane ed europee. Affidarsi a un servizio a pagamento consente anche di delegare oneri tecnici e burocratici, liberando risorse interne e minimizzando il rischio di errori o sanzioni.