07 marzo 2025
Disdette
Takeaways:
Quando si prende in affitto una casa, tra le varie spese da considerare c’è anche la TARI, la tassa sui rifiuti che ogni Comune impone per finanziare il servizio di gestione e smaltimento della spazzatura.
Si tratta di un tributo locale obbligatorio, calcolato in base alla superficie dell’immobile e al numero di occupanti, con regole che possono variare a seconda delle disposizioni comunali. Tuttavia, una domanda che spesso sorge tra inquilini e proprietari riguarda proprio la responsabilità di questo pagamento: chi deve occuparsene? È un onere che spetta all’inquilino oppure resta a carico del proprietario dell’immobile?
Per rispondere a questa domanda, è importante partire da un principio chiave: la TARI è dovuta da chi occupa l’immobile e ne produce i rifiuti, quindi, nella maggior parte dei casi, è l’inquilino a doverla pagare. Tuttavia, la normativa prevede delle eccezioni, soprattutto quando la locazione ha una durata molto breve.
Vediamo quindi nel dettaglio come funziona il pagamento della TARI in caso di affitto, quali sono gli obblighi delle parti coinvolte e cosa succede in caso di mancato versamento.
L’obbligo di pagare la TARI ricade su chi occupa l’immobile, indipendentemente dal fatto che sia il proprietario o un inquilino. Tuttavia, la durata del contratto di locazione rappresenta un elemento determinante per stabilire con certezza chi debba effettivamente provvedere al versamento della tassa.
Se l’affitto ha una durata superiore a sei mesi, la normativa prevede che sia l’inquilino a pagare la TARI, perché si presume che l’occupazione sia continuativa e quindi il soggetto che vive nell’immobile debba contribuire ai costi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. In questo caso, è l’inquilino stesso che deve comunicare al Comune il proprio ingresso nell’abitazione e presentare la dichiarazione di inizio occupazione per ottenere il calcolo della tassa dovuta.
Al contrario, se l’affitto ha una durata pari o inferiore a sei mesi nello stesso anno solare, il pagamento della TARI resta a carico del proprietario. Questo principio è stato introdotto per evitare che gli uffici comunali debbano continuamente aggiornare i registri con inquilini che cambiano con grande frequenza, come può avvenire per affitti transitori, turistici o a studenti fuori sede per brevi periodi.
Naturalmente, nulla vieta che le parti possano accordarsi diversamente nel contratto di locazione. Per esempio, il proprietario potrebbe decidere di includere la TARI tra le spese già comprese nel canone d’affitto, assumendosi direttamente l’onere del pagamento e richiedendo poi il rimborso all’inquilino. Tuttavia, se il Comune individua l’inquilino come soggetto obbligato, quest’ultimo rimane il responsabile fiscale del tributo, indipendentemente dagli accordi con il proprietario.
Quando un inquilino prende in affitto un immobile per un periodo superiore ai sei mesi, è tenuto a dichiarare la propria occupazione agli uffici tributi del Comune in cui si trova l’abitazione. Questa dichiarazione serve affinché l’amministrazione possa calcolare la tassa in base ai metri quadrati dell’immobile e al numero di persone che lo abitano.
Nel contempo, lo stesso inquilino deve premurarsi di disdire eventuali altre utenze TARI pregresse, ad esempio legate all'abitazione in cui risiedeva prima di prendere in affitto l'attuale immobile. L'obbligo di pagare questa tassa, infatti, non viene automaticamente meno nel momento in cui si cambia residenza, ma deve essere richiesto dall'interessato compilando e inviando la relativa documentazione all'ufficio tributi del Comune di competenza.
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La presentazione della dichiarazione di occupazione dell'immobile deve avvenire solitamente entro 30 o 60 giorni dall’inizio dell’occupazione stessa, a seconda delle disposizioni del Comune. È un adempimento fondamentale, perché in sua assenza il Comune potrebbe continuare a considerare il precedente inquilino o il proprietario come soggetto obbligato, generando errori nella fatturazione e possibili sanzioni.
Se l’inquilino è tenuto a versare la TARI ma non provvede al pagamento, il Comune avvierà la procedura di recupero nei suoi confronti. Le conseguenze possono essere piuttosto serie: si va dall’applicazione di sanzioni e interessi di mora fino all’eventuale iscrizione a ruolo esattoriale, con il rischio di pignoramenti su conti o stipendi.
Va sottolineato che il proprietario dell’immobile non è responsabile per il mancato pagamento della TARI da parte dell’inquilino. Di conseguenza, non può essere obbligato a saldare il debito al posto suo, salvo che nel contratto non sia stato espressamente stabilito un diverso accordo.
Il pagamento della TARI in caso di affitto è regolato da un principio chiaro: spetta a chi occupa l’immobile e ne produce i rifiuti. Tuttavia, la durata del contratto di locazione può modificare questo obbligo, trasferendolo al proprietario in caso di affitti brevi.
Per evitare problemi e contestazioni, è essenziale che l’inquilino sia consapevole dei propri obblighi e si assicuri di presentare la dichiarazione al Comune al momento dell’ingresso nell’immobile. Allo stesso modo, è sempre consigliabile verificare il contenuto del contratto di locazione per capire se il pagamento della tassa è già incluso nel canone.
Conoscere questi aspetti aiuta a gestire al meglio le proprie finanze e a evitare spiacevoli sorprese legate a tasse non pagate o errori di registrazione.
Chi paga la TARI quando l’immobile è affittato?
L’obbligo di pagare la TARI ricade su chi occupa l’immobile, sia esso proprietario o inquilino. Se la locazione dura più di sei mesi, spetta all’inquilino pagare la tassa e comunicare la propria occupazione al Comune. Per affitti di durata pari o inferiore a sei mesi nello stesso anno solare, il pagamento resta a carico del proprietario. Le parti possono accordarsi diversamente nel contratto, ma il responsabile fiscale resta chi è individuato dal Comune.
L’inquilino deve presentare una dichiarazione per la TARI?
Sì, se la locazione dura più di sei mesi, l’inquilino deve dichiarare la propria occupazione agli uffici tributi del Comune entro 30 o 60 giorni dall’ingresso nell’immobile, in base alle disposizioni locali. È necessario anche disdire eventuali utenze TARI legate alla precedente abitazione per evitare di continuare a pagarle erroneamente.
Cosa succede se l’inquilino non paga la TARI?
Se l’inquilino non paga la TARI, il Comune avvierà il recupero del credito con sanzioni, interessi di mora e possibili pignoramenti. Il proprietario non è responsabile del mancato pagamento e non può essere obbligato a saldare il debito, salvo accordi diversi nel contratto.