La firma digitale è valida anche all'estero? Facciamo chiarezza

04 gennaio 2023

Firma digitale

Tutto sul valore legale della firma digitale all'interno e all'esterno dell'Unione Europea

La digitalizzazione della contrattualistica sta diventando sempre più popolare, e con essa cresce il numero di utenti che si trovano a utilizzare sistemi di firma elettronica e digitale. Tuttavia, la tecnologia viene ancora vista con diffidenza da molti, e ciò può portare a dubbi sulla effettiva validità di questi servizi, specialmente nei Paesi esteri.

Se hai intenzione di stipulare contratti al di fuori dell'Italia, un'eventualità ormai piuttosto frequente in un'economia globalizzata come quella attuale, la questione diventa ancora più importante.

In questo articolo approfondiremo la normativa che regola la firma digitale al di fuori dall'Italia, cercando di capire se questo servizio sia pienamente valido anche negli altri Stati dell'Unione Europea e nel resto del mondo.

La firma digitale all'interno dell'Unione Europea

Andiamo dritti al sodo: nell'Unione Europea la validità delle firme elettroniche (tra le quali la firma digitale è considerata la più sicura e avanzata) è sottoposta a un regolamento comune a tutti gli Stati membri denominato eIDAS, una sigla che sta per electronic Identification and Trust Services Regulation, ed entrato in vigore sin dal settembre 2014.

In sostanza, questo regolamento si occupa di indicare le condizioni fondamentali per le quali un servizio di identificazione digitale sia considerato affidabile e, dunque, accettabile nell'intera Unione. E le firme digitali rilasciate dai provider autorizzati in Italia rientrano appieno in queste linee guida.

Tuttavia, è bene notare che ci possono essere delle eccezioni da Paese a Paese per quanto riguarda le tipologie di documenti che possono essere firmati elettronicamente senza compromettere la loro validità. La Germania, ad esempio, vieta la firma elettronica degli atti notarili. In Francia, invece, sono i contratti di fideiussione tra privati a non poter essere validati digitalmente.

E nemmeno l'Italia si sottrae a questa logica. Nel nostro Paese, infatti, non possono essere firmati elettronicamente determinati documenti, come i contratti di affitto di durata superiore ai 9 anni, quelli di credito al consumo e quelli per l'acquisizione o il trasferimento di beni immobili.

Per questo motivo, prima di validare digitalmente un atto da utilizzare all'estero, all'interno dell'Unione Europea, è opportuno verificare quali siano le norme in vigore a tal proposito nel Paese di interesse.

Nota bene: poiché il regolamento eIDAS è in vigore nella sola Unione Europea, il Regno Unito, che fino a qualche anno fa rientrava pienamente nell'area di efficacia del regolamento stesso, adesso non è più sottoposto a questa norma. Difatti la Brexit lo ha escluso totalmente da qualsiasi tipo di legislazione europea, compresa quella dedicata alle firme elettroniche e ad altri sistemi di identificazione digitale.

La firma digitale al di fuori dell'Unione Europea

E al di fuori dell'Unione Europea la firma elettronica viene accettata?

La risposta è tanto scontata (in base a quanto detto in precedenza) quanto importante per le sue conseguenze sul piano della validità giuridica dei documenti informatici.

Le nazioni che non appartengono all'UE, come ovvio, non sono sottoposte all'eIDAS, ma sono regolate ognuna con le normative specifiche emanate dal legislatore. Per quanto sia in atto un adeguamento generale (o per lo meno un avvicinamento) alle norme europee in buona parte dei maggiori Paesi del mondo, non siamo ancora arrivati alla creazione di un panorama omogeneo globale rispetto alla regolamentazione delle firme elettroniche.

Per questo motivo è consigliabile sempre informarsi preventivamente sulle norme in materia in base alla nazione di interesse.

In alcuni Paesi potrebbe essere totalmente impossibile dare piena validità a un documento elettronico, al pari di uno firmato nero su bianco. In altri, invece, le autorità nazionali potrebbero aver messo a punto dei meccanismi di certificazione elettronica equivalenti alla sigla autografa che, in questo caso, andrebbero integrati al documento per garantirne il pieno valore legale.

Insomma, se hai bisogno di dare validità ai tuoi atti informatici all'estero, informati con cura sulle normative vigenti e, se è necessario, applica i sistemi di identificazione accettati in loco ai tuoi file per essere certo di non comprometterne il valore.

In conclusione

In questo articolo abbiamo fatto una panoramica della situazione normativa in merito alla validità della firma digitale all'estero.

Il regolamento comunitario eIDAS fa sì che all'interno dell'Unione Europea viga più o meno la stessa disciplina in materia, salvo alcune eccezioni in merito alle tipologie di documenti elettronici che possono essere firmati in questo modo. Per tale motivo, finché si rimane all'interno dell'UE si può avere una certa sicurezza rispetto al valore legale dei propri documenti firmati digitalmente.

All'estero, invece, ogni Stato possiede una normativa specifica in materia. Pertanto è necessario informarsi preventivamente per non avere brutte sorprese in merito al valore legale dei propri file.

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