La conservazione digitale è un processo regolamentato che assicura integrità, autenticità, leggibilità e reperibilità dei documenti nel tempo.
Negli ultimi anni si è diffusa l’idea che la blockchain possa migliorare o sostituire alcune fasi della conservazione, grazie a immutabilità e timestamp distribuiti.
In questo articolo scoprirai tutto ciò che devi sapere su conservazione digitale a norma e sul ruolo potenziale (e i limiti) della tecnologia blockchain in questo ambito.
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Attiva ora DocuCloud Prezzo proporzionato allo spazio occupato • Garanzia di conservazione decennale • Zero canone annualeLa conservazione con ancoraggio blockchain non memorizza i documenti “sulla catena”, ma ne registra un’impronta (hash) in un blocco.
Questa impronta è correlata al documento originale conservato off-chain e consente di verificare che, in un certo momento, esistesse con quello stesso contenuto.
Il modello ibrido combina processi di conservazione a norma (metadati, ruoli, firme, marche temporali) con un’ulteriore evidenza tecnica pubblica o permissioned.
La blockchain può agire da complemento alla conservazione, fornendo una traccia pubblica e immutabile di esistenza.
Non sostituisce però i processi regolamentati richiesti per mantenere valido un documento nel tempo (formati, pacchetti, versamenti, controlli, responsabilità).
La sua adozione va valutata caso per caso, in base a requisiti probatori, governance e sostenibilità nel medio-lungo periodo.
Rispetto a un sistema privo di ancoraggio esterno, la blockchain introduce benefici specifici:
Immutabilità verificabile: l’hash pubblicato rende rilevabili alterazioni del contenuto.
Prova temporale distribuita: l’inclusione in blocco attesta una data/altezza di catena.
Audit trail indipendente: terze parti possono verificare senza fidarsi del gestore.
Questi elementi sono utili nei contesti ad elevato valore probatorio o in ecosistemi multiparte privi di fiducia reciproca.
L’ancoraggio permette di attestare esistenza, integrità e sequenza di eventi collegati a un documento o a un dataset:
Impronte di documenti: contratti, report, evidenze tecniche, artefatti software.
Log di processo: fasi di lavorazione, approvazioni, letture/operazioni rilevanti.
Versioni e rilasci: prove di anteriorità (prior art) e catene di custodia.
Resta fondamentale conservare il file originale a norma su sistemi conformi, mantenendo allineati hash e metadati.
Un’implementazione tipica prevede:
1) generazione dell’hash del documento; 2) pubblicazione su blockchain (pubblica o permissioned); 3) conservazione off-chain del file e dei metadati a norma.
I costi dipendono da scelte tecniche e governance (integrazione, fee/transazioni, gestione chiavi, manutenzione), e vanno valutati rispetto ai benefici attesi.
Ha senso quando serve un registro indipendente, verificabile da terzi, o quando gli attori non condividono piena fiducia.
Pro: trasparenza, auditabilità, indipendenza dal singolo gestore.
Contro: complessità, costi, competenze, allineamento normativo da presidiare.
Approccio consigliato: mantenere la conservazione a norma come base e valutare l’ancoraggio per casi selezionati.
Per esigenze ordinarie di privati, professionisti e PMI, la priorità è adottare processi conformi e sostenibili.
Le aziende con filiere complesse o necessità di prova forte tra più parti possono beneficiare dell’ancoraggio, purché integrato correttamente.
La scelta deve partire dai requisiti legali e operativi, non dalla tecnologia in sé.
La conservazione digitale a norma resta il fondamento per garantire valore legale nel tempo; l’ancoraggio blockchain può aggiungere una prova tecnica di esistenza e integrità.
Valuta costi/benefici e governance: adottala dove porta un reale vantaggio probatorio o di fiducia tra più attori.
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Di norma no. Si pubblica l’hash sulla catena e il documento resta off-chain in sistemi conformi, con metadati e pacchetti di conservazione.
A dimostrare che un file con quel contenuto esisteva a una certa data. Consente di rilevare alterazioni del documento originale.
Può essere considerata un elemento tecnico di supporto. Il valore legale nel tempo deriva comunque dalla corretta conservazione a norma.
Tutela IP/prior art, catene di fornitura, audit trail multiparte, registri di eventi critici dove serve indipendenza e verificabilità pubblica.
Integrazione applicativa, gestione chiavi e identità, fee di rete/operatività, manutenzione, presidio normativo e governance.
Dipende da requisiti di trasparenza, performance e controllo accessi. In ogni caso va garantito l’allineamento con i sistemi off-chain.
Si evita di pubblicare dati personali on-chain; si registra solo l’hash e si conserva il file in ambienti conformi con adeguate misure di sicurezza.
Si pianificano strategie di migrazione (re-hash/re-anchor) e si mantengono catene di evidenza e metadati per la verificabilità futura.
Quando aggiunge un beneficio probatorio concreto (fiducia tra più parti, audit indipendente) che giustifica costi e complessità rispetto alla sola conservazione a norma.